comune di Arezzo: nota del sindaco Alessandro Ghinelli
di
Angelo Bianconi
·
4 Luglio 2021
Il sindaco Alessandro Ghinelli: “presidente Giani, sulla sanità dica da che parte sta: con Arezzo o con la burocrazia della ‘sua’ Asl”
“Hospice al palo, San Donato sempre più penalizzato, Aslona ancora lì. Dobbiamo fare una petizione ‘contro’ la Regione”?
“Archiviare l’area vasta come cornice imprescindibile e ‘madre di tutte le battaglie’, ora è il momento di puntare i piedi e rivolgerci direttamente al presidente Eugenio Giani anche per altre criticità. Arezzo e i suoi servizi sanitari non possono più attendere. Di sicuro non vogliamo attendere 47 mesi per rimpossessarsi di una struttura che già c’era”.
Il sindaco Alessandro Ghinelli si rivolge direttamente al presidente della Regione Toscana per sottolineare alcuni punti forti “sui quali la pazienza è finita. Accennavo all’area vasta: per essa sollecitiamo un’immediata rivalutazione. Sediamoci subito a un tavolo che segni politicamente una discontinuità. E confido che questo appello sia sufficiente, senza dover ricorrere ad altri strumenti di pressione come, ad esempio, una petizione popolare. Rispetto alla quale mi chiedo: perché rianimare i cittadini su una cosa talmente chiara come l’insostenibile e illogica estensione di una Asl che da Sestino arriva all’isola del Giglio? C’è bisogno di aggiungere altro dopo questa digressione geografica?
Stringendo il focus sulla città, affondiamo lo sguardo sui problemi delle due strutture attorno alle quali ruotano i diritti reali degli aretini. Anzi, il diritto più caro: quello di ricevere cure adeguate in ogni occasione siano necessarie. Presidente Giani, la direzione sanitaria ci ha comunicato che per riavere l’hospice occorreranno 32 mesi, che aggiunti ai 15 che abbiamo già atteso fanno quasi 50. Le sembra un tempo adeguato? Le sembra possibile che vada applicata una procedura ordinaria per qualcosa di straordinario? La nostra richiesta è che Arezzo possa tornare a fruire di un servizio fondamentale non solo da un punto di vista sanitario, ma con ricadute sociali ed etico-morali, in 12 mesi. Altrimenti è inutile partecipare a qualsiasi altra riunione in cui vengano prospettati progetti e tempi biblici.
Infine l’ospedale. Basta articoli trionfalistici, che spacciano per successi quelli che successi non sono. Il San Donato vive una situazione difficilissima, dal pronto soccorso ai reparti specialistici, e sta trasformandosi in un contenitore generalista che non è all’altezza della qualità e della professionalità del personale sanitario. E anche su questo chiediamo che il confronto si alzi. Per impostare un futuro di scelte, di investimenti, di progettualità che mettano la sanità di Arezzo al centro, ritagliando per essa perimetri di eccellenza e protagonismo nuovi. I temi sono: il futuro che questa città merita e le risposte che la Regione non dà”.