Donatella Salamita
1) Chi è Donatella Salamita?
Geometra, autore e relatore in materia urbanistico-edilizia e bonus fiscali. Ho 44 anni, un carattere semplice e complicato allo stesso tempo, versatile in seno alle varie realtà con le quali mi interfaccio. Un’indole maturata grazie all’educazione ricevuta dai miei, fondata su valori etici ed una filosofia di doveri e diritti, figlia di due giovani genitori, cresciuta con la costante presenza dei nonni paterni, colgo, sin da bambina le diverse sfumature della vita. Amo il mio lavoro con il quale ho un feeling immediato subito dopo il conseguimento del diploma, era settembre 1996 quando iniziai il tirocinio professionale, dopo due anni ebbe corso l’inserimento in un contesto lavorativo apparentemente maschile ma creativo e vivo di rapporti umani e professionali.
Mi sposo nel settembre 2002, dopo due anni si avvera il mio sogno più grande, diventare mamma, accompagno due nuove e bellissime realtà nel percorso lavorativo, cambiandone la natura, decido con mio marito di avviare il mio studio, obiettivo da sempre coltivato, con la consapevolezza che le mie ambizioni non potevano essere condivise in un lavoro da dipendente, ma andavano curate ed accresciute per me stessa e per la mia famiglia. Grazie all’esperienza acquisita negli anni e ad un carattere forte fu facile far crescere l’attività.
Il decorso degli anni mi dimostra come i sogni di una ragazzina, pensati e studiati con sacrificio possano concretizzarsi in realtà.
Una realtà che mi porta nel mondo dell’editoria con la pubblicazione, a maggio 2017, del mio primo libro “Testo Unico per l’Edilizia in Sicilia”, per Dario Flaccovio Editore, da allora, il cammino professionale va in ascesa, e devo dire non sia più così tanto facile coordinare lavoro e famiglia. Imparo a sacrificare ancora di più il tempo, in cambio di ulteriori soddisfazioni dovute alla pubblicazione di numerosi Dossier tecnici per il Magazine Flaccovio, aggiungendo valore nel momento in cui inizio a scrivere per la Casa Editrice Maggioli, con la quale ho in essere due contratti.
Direi che un semplice Diploma da Geometra unito alla passione per la scrittura resa “lavoro” mi ha condotta nel mondo dei convegni, non più allieva come nei numerosi corsi di specializzazione, bensì da docente/relatore.
Con l’avvento del 2020 a causa del Covid-19 si instaurano sempre più le dirette on-line, inizio a svolgere i webinar, non ho un microfono in mano per rivolgermi agli utenti in sala, devo approcciare con il monitor dietro al quale circa 2000 partecipanti sparsi per l’Italia si aspettano il massimo, stai lavorando per Maggioli, Geo-Network, Maggioli, sei stata scelta come professionista dal Comitato Regionale Geometri e Geometri Laureati di Puglia, devi essere impeccabile, così come allo stesso modo vale laddove ti relazioni su piattaforme più piccole per conto di associazioni o società. Chiuso il corso il tuo nome viene cercato anche per la semplice domanda, e devi essere pronta ad avere il corretto riscontro.
Oggi, Donatella Salamita, e lo scrivo quale incoraggiamento verso chi ha voglia, è la prova contraria del funzionamento dei sistemi “all’italiana”, è colei che, senza mezze misure ed accordi sotto banco ha pestato i piedi per raggiungere le tappe, nel credo “Studiare ed Osare = Vittoria”. Tutto quanto sempre fondato sulla base reale: prima il lato umano e dopo il lato professionale. Non mi stancherò mai di ripetere, soprattutto a mio figlio, l’importanza di un bagaglio culturale puntuale e preciso per affrontare gli “ALT” che sovente la vita riserva, di essere se stessi e dare il massimo con entusiasmo e sano ottimismo.
2) Quali sono i tuoi ricordi dei tuoi primi 10 anni e quali sono stati i tuoi giochi?
Ho il ricordo di una bambina calma, curiosa e senza alcuna necessità di andare a cercare monellerie importanti. Ho il ricordo di una buona interazione con i compagni della materna e delle elementari, con molti di loro ho rapporti tutt’oggi. Ricordo una bambina con la passione per l’arte, le bambole, i libri.
In particolare rammento due episodi che mi fanno sorridere. Quella bambina calma, diciamo quel tipo che dove la mettevi stava (forse), all’età di circa otto anni si incaponì nel dover guidare l’APE di uno zio, la mise in moto, partì, ma per andare a sbattere contro il muro di recinzione del cortile, il suo papà le fece la festa, ma lei non provò alcun pentimento, aveva semplicemente assaporato l’ebbrezza di aver guidato.
Un secondo ricordo risale alle numerose giocate nella terra con dei cugini, quando mia mamma portava me e mia sorella dagli zii non c’erano limiti, essendo cugini maschi i loro giocattoli erano trattori, camion ed escavatori, mamma ci riportava a casa irriconoscibili, ma era felice per noi. Qualche volta ci raggiungeva mio nonno che, arrabbiandosi, da religioso doc iniziava a decantare la filosofia della donna messa a ricamare ed a giocare con le bambole, ogni tanto osannava persino parabole.
I miei primi dieci anni li ricordo intensi e pieni, sono stati fondamentali per incamerare la dolcezza della mia mamma, la rigidità del mio papà, la giocosità e le coccole della nonna e, perché no, le particolarità di un nonno contadino ed apicoltore, pieno di libri di tutti i tipi, ma con quella Bibbia sempre posizionata nel leggio al centro tavola del suo soggiorno.
3) Cosa faresti per un mondo migliore?
Per rispondere a questa domanda sarebbero necessarie infinite pagine: Nutro una miriade di concetti, non certamente politici , in quanto sarebbe una perdizione pensare alle costrizioni verso un modus-operandi causa di odio ed invidia tra tutti. Per un mondo migliore ritengo possano essere sufficienti alcuni principi, ad esempio l’impegno ad ottimizzarsi caratterialmente, a vivere in modo positivo e propositivo, ad inglobare le difficoltà nel quotidiano. Come letteratura insegna la persona che sta bene con sé stessa ha tutte le possibilità per contribuire al miglioramento globale, posto che tale pacatezza non conduce ad alimentare problemi né verso sé e né verso il prossimo, potrebbe sembrare un concetto idilliaco, ma è pur vero che si parte dalla base, quella base che risiede nella positività quale sinonimo di ottimismo, empatia e perspicacia.
Per un mondo migliore, oltremodo, svilupperei concetti di equità tra le classi sociali, con attenzione verso chi fa tanti sacrifici che sia un padre di famiglia o un ricco imprenditore, considerazione che porrei verso il più debole valutando la necessità di aiuti costruttivi o se lo stesso “debole” in realtà soggioga ciò che lo circonda, visto che spesso è falso vittimismo. Per incorniciare il concetto, così come nel brano di Sergio Endrigo “Ci vuole un fiore”, allo stesso modo concepisco un mondo migliore, quel fiore che, per fare un albero, riesce a dare tanto.
4) Quali sono i tuoi hobby e le tue grandi passioni?
Tra gli hobby prevalgono creatività e scrittura, amo la lettura, dalla narrativa alla filosofia, adoro guardare la mia libreria arricchita dai colori delle copertine dei libri, aggiungerei ancora la moda, sono una di quelle persone secondo le quali “l’abito fa il monaco”, amo i film investigativi di madre prettamente americana. Amo dipingere come libera espressione, il gioco del biliardo quale logica e calcolo. La mia più grande passione, però, sono la famiglia ed i miei affetti, fulcro d’amore e concentrazione del tutto.
5) Che cos’è per te l’amicizia e la famiglia?
Sono due legami ben distinti, non accumunabili, seppure entrambi importanti si fondano su condizioni che non possono intersecarsi. La famiglia è un nido di protezione e di confronto disinteressato, un vincolo imprescindibile. Ho imparato al suo interno come ogni componente assuma, anche senza averlo scelto, un ruolo specifico, c’è il soggetto più forte, così come quello più taciturno o più allegro, c’è un mix di personaggi che nasce e cresce in perfetta simbiosi.
L’amicizia si contraddistingue dalla famiglia perché richiede un impegno che non sempre si è disposti a dare, riuscire a mantenere rapporti sani non è semplice, direi che tra i tanti miei “amici” attuali o passati nel corso della mia vita, ho cercato di instaurare rapporti nei quali condividere risate, hobby, chiacchiere e confronti. In sintesi l’amico è il prossimo al quale dare e dal quale ricevere, se così non fosse ognuno sarebbe fiero di vivere in un mondo pieno di amici, quando, invece, sono mere conoscenze circoscritte a determinare epoche e contesti quotidiani.
Molto più in generale nel rapporto con gli amici, a differenza di quello con la famiglia, detesto le lamentele, il vittimismo e l’incapacità nel possedere una propria personalità, casistiche nelle quali esprimo sempre la mia volontà di allontanarmi, diciamo che mi concedo la facoltà di selezionare, in mezzo a tanti, quelle poche persone che compongono le mie amicizie.
6) Che rapporto hai con gli animali?
Amo in particolare i cani, sono affascinata dai loro occhi, dall’affetto che trasmettono, ho un cane, si chiama Zeus, o meglio, mio figlio ha un cane … Zeus è un meticcio nato da un genitore maremmano, ha compiuto due anni il 6 dicembre, è enorme, irruento, indomabile e dolcissimo allo stesso tempo. In genere mi piacciono un po’ tutti gli animali, non amo molto i gatti ed ho potuto notare, in varie occasioni, la loro percezione di questa mia freddezza nei loro confronti.
7) C’è qualcosa che hai fatto che ricordi spesso?
Certo, la morte e la vita.
La morte: Salutare per sempre la mia mamma, abbassando le sue palpebre alle 7,30 del 14 agosto 2003, e non riuscire mai a capire quali parole mi disse nella sua ultima frase.
La vita: Mettere al mondo mio figlio, l’attimo nel quale vidi il suo piccolo volto e quel corpicino piccolo e delicato, il dono più immenso che mai avrei potuto farmi.
8) Se non avessi fatto la Geometra cosa avresti fatto?
Avrei fatto la “geometressa”, l’ho già scritto, il mio lavoro mi piace, tuttavia ho il pentimento di non aver conseguito la laurea in ingegneria, seppure ciò mi ha permesso di integrarmi appieno nel mondo lavorativo già a diciannove anni.
C’è, però, una professione che, in alternativa, avrei scelto, probabilmente perché denoto svariate criticità in essa, avrei fatto l’avvocato, “pianeta” nel quale posso affermare con presuntuosa certezza vi sia carenza del “Vero” professionista . Lavorando come consulente del tribunale, ovvero affrontando spesso problematiche immobiliari, diatribe tra confinanti, e mi fermo perché la lista sarebbe infinita, non è raro il caso nel quale, da tecnico, non competente in materia giuridica, abbia rettificato una o più virgole fuori posto. Virgole che per quanto concerne il procuratore legale possono non avere senso, ma che, invece, al cospetto di un Giudice riescono a rivoltare elementi importanti, con conseguenze più o meno gravi a carico dell’assistito. Ecco questa è una cosa che detesto, probabilmente sarà la specializzazione conseguita nel settore tecnico-legale che spesso mi scuote malamente perché quella professione deve essere svolta solo in maniera approfondita, e mai sopra le righe.
9) Qual’è il tuo motto?
Non ho un motto specifico, faccio leva su varie citazioni, tra queste “Se fai trenta e non trentuno perdi tutto per quell’uno”, “Per mantenere l’equilibrio devi muoverti”, in parole povere “il bicchiere è sempre pieno”.
10) Aggiungi qualcosa che non hai detto in questa intervista
Non ho parlato del mio punto di riferimento: mia nonna Francesca che, a quasi 93 anni, è la mia ancora, la mia insegnante, ogni tanto mi dice che sono una “testa calda”, sorridendole le rispondo “…. E tu sei stata la mia maestra”. A lei dedico l’intervista, quale punto focale per diventare ciò che sono, alla mia mamma dedico tutto ciò che ho scritto laddove ho parlato d’amore e di dolcezza.