Max Angeloni
Chi è Max Angeloni?
Difficile domanda alla quale è impossibile rispondere. O almeno rispondere in maniera completa senza cadere in luoghi comuni o banali auto celebrazioni di se stessi.
Mi limito a rispondere semplicemente che, professionalmente, sono un fotografo che con passione e fatica porta avanti il suo lavoro. Ho la fortuna di essere l’ultimo e unico fotografo che lavora ancora per una casa di produzione di fotoromanzi. Praticamente un sopravvissuto.
Quali sono i tuoi ricordi dei tuoi primi 10 anni e quali sono stati i tuoi giochi?
È passato tanto tempo… vediamo un po’.
Della mia infanzia ricordo la libertà di poter uscire di casa una volta finiti i compiti, gli amici di quel periodo, la mia maestra delle elementari e i momenti belli passati con la mia famiglia. Un ricordo ancora presente sono le vacanze al mare. Sono sempre stato innamorato del mare e molti dei miei ricordi sono legati proprio a questo. La prima volta che ho nuotato senza braccioli con mio padre, la prima volta che sono andato a pescare, i primi tuffi dagli scogli, i momenti infiniti che bisognava aspettare prima di dover fare il bagno dopo aver mangiato, la merenda che mia madre mi dava dopo il bagno.
I giochi? Ma i giochi non erano diversi da tutti quelli della mia generazione. Avevamo infinite opzioni in meno rispetto a quelle che hanno i bambini di oggi. Ma allo stesso tempo avevamo infinitamente di più… la libertà di uscire di casa e giocare all’aperto senza problemi.
Se restringiamo il campo ai giochi come oggetti, giocavo tantissimo con i mattoncini Lego, i soldatini e le figurine,
Ma quello che facevo prevalentemente con i miei amici era prendere una palla e andare a giocare nei campi della Parrocchia. La Parrocchia penso che per tanti bambini della nostra età fosse il vero e proprio punto di incontro.
Cosa faresti per un mondo migliore?
Domanda complicatissima se non si vuole rischiare di fare la figura di una finalista o di un finalista di un concorso di bellezza dando una risposta ipocrita e scontata.
Sono convinto che se si vogliono cambiare le cose bisogna iniziare dalle cose più piccole. Dalle cose che ci sono vicine. Troppo facile auspicare cose immense come la pace del mondo quando poi sappiamo benissimo che non è nelle nostre capacità o possibilità fare quella cose.
Vuoi la pace nel mondo? Inizia a cercare di essere sorridente nei limiti del possibile, non sbraitare contro il prossimo per esempio mentre guidi, a passare sopra a piccole cose che ci danno fastidio vere o presunte che siano.
Vuoi una società migliore? Inizia dalla tua famiglia, dall’educazione dei figli, dal rispetto per i genitori, dalla convivenza con i tuoi vicini.
Vuoi un mondo del lavoro migliore? Rispetta chi lavora con te, non riversare le tue ansie o le tue indecisioni sul posto di lavoro, e cerco sempre di portare con te il buon umore perché oggi, avere un lavoro, è una grande fortuna.
Vuoi un mondo meno inquinato? Cerca di utilizzare il meno possibile prodotti inquinanti, utilizza mezzi di trasporti più ecologici, compra prodotti a km zero, fai la raccolta differenziata.
Ora… se ci soffermiamo con attenzione a tutte queste cose che possiamo fare noi singolarmente nel nostro piccolo, ci accorgiamo di quanto sia difficile poi la realizzazione di tutti questi buoni propositi. È se è difficilissimo realizzare nella vita di tutti i giorni anche queste piccole cose, figuriamoci se singolarmente possiamo trovare una soluzione che riesca a risolvere i problemi del mondo.
Iniziamo dal piccolo, che è già difficile.
L’unica cosa che possiamo fare sempre e comunque in maniera compatta e risoluta è dire no a qualsiasi forma di guerra. Non esistono guerre buone e guerre cattive.
Quali sono i tuoi hobby e le tue grandi passioni?
Ho la fortuna che il mio lavoro coincide con la mia grande passione, la fotografia. Quindi molte volte unisco il lavoro al mio hobby.
Per quanto riguarda gli “altri” hobby, da quando si è ingrandita la famiglia la coperta è diventata piuttosto corta. Quindi quando si presenta la possibilità lo dedico volentieri al tennis. Gioco indegnamente ma ci metto molto impegno.
Che cos’è per te l’amicizia e la famiglia?
Sono entrambe cose che ti danno sicurezza anche quando non puoi dedicargli tutto il tempo che vorresti. Sai che sono li e che ti aspettano. Ovviamente la famiglia ha un ruolo estremamente più importante. Tante cose si fanno, si sopportano, si ha la forza per affrontarle proprio per cercare di offrire una vita più serena possibile alla propria famiglia.
Che rapporto hai con gli animali?
Sono cresciuto con i gatti. In casa avevamo un piccolo giardino e questa ha portato la mia famiglia a convivere fino a 9 gatti contemporaneamente. Forse è per questo che mi sento un po’ gatto.
In ogni caso, un fotografo è un osservatore di ciò che lo circonda. È un osservatore dall’interno delle cose. E tutto questo ti porta ad amare le cose belle. E la cosa più bella è la natura. Gli animali sono parte integrante della natura e sono un tesoro comune che va rispettato e preservato per garantire a noi stessi un futuro meno incerto. Il mio animale preferito è il delfino. Visto che è (per fortuna) impossibile portarsi a casa una coppia di questi cetacei, spero di portar iniziare il prima possibile un lavoro fotografico proprio su di loro.
C’è qualcosa che hai fatto che ricordi spesso?
Tante cose e nessuna in particolare. Ad essere sincero penso più al futuro che al passato.
Se non avessi fatto il fotografo cosa avresti fatto?
In verità la fotografia non era la “prima” scelta. Anzi… non i pensavo proprio a questa professione una volta terminato il liceo. Avrei voluto prendere la strada dell’insegnamento sportivo e sono entrato in quello che, allora, era l’Istituto Superiore di Educazione Fisica.
Quasi contemporaneamente ero molto attratto dalla carriera militare. Mi sono arruolato a nemmeno 20 anni e mi sono congedato quasi 5 anni più tardi. Evidentemente il destino aveva già scritto quello che sarebbe dovuta essere la mia strada professionale.
Qual’è il tuo motto?
Tutte domande difficili. Forse “vivi e lascia vivere” è la frase che maggiormente si avvicina al mio concetto di vita.
Aggiungi qualcosa che non hai detto in questa intervista
No basta così. Già è stato estremamente complicato cercare di rispondere a tutte queste domande in maniera sincera e il meno ipocrita possibile. Giuro che ho faticato non poco a raccontare così tante cose di me. Ma alla fine l’ho fatto volentieri in nome …dell’amicizia.