CS TANTI RIUNIONE ASL RIORGANIZZAZIONE SANITA
L’incontro tra Asl e Sindaci della sud-est sulla terza fase organizzativa della sanità
TANTI: “RIORGANIZZAZIONE NECESSARIA PER MIGLIORARE LA RISPOSTA OSPEDALIERA”
“Dati sui vaccini incontrovertibili: meno morti, ricoveri 80% no-vax e terapie intensive 100% no-vax. Dire la verità è un dovere delle istituzioni”.
“Si è da poco conclusa la riunione con la Asl, finalizzata ad individuare la terza fase organizzativa della rete ospedaliera. Accanto ai presidi covid, tra cui l’ospedale San Donato, sono stati attivati percorsi strutturati e specifici per dare una adeguata risposta sanitaria a quei pazienti con patologie diverse ma che, seppur asintomatici, risultano positivi al covid. A fianco quindi dei presidi covid si moltiplica la rete delle strutture periferiche dedicate a queste particolari situazioni, che sono sempre più numerose”. A dichiararlo è il vicesindaco e assessore alle politiche sanitarie Lucia Tanti, che ha preso parte questa mattina con i dirigenti dell’azienda sanitaria all’incontro che ha avuto come oggetto le novità circa il sistema ospedaliero in questo momento di emergenza sanitaria.
“Nel caso della provincia di Arezzo gli ospedali di supporto individuati sono quelli della Fratta, Casentino e Valdarno. Un potenziamento organizzativo che dovrebbe alleggerire i presidi covid e inserire in un percorso di cura più semplice e veloce coloro i quali per altri problemi hanno scoperto di essere positivi. È evidentemente una risposta necessaria, figlia di un assetto organizzativo che escluse a suo tempo gli ospedali da campo proposti dal sindaco Ghinelli, da me, dal sindaco di Bibbiena Vagnoli e da altri, ma che oggi non solo è comprensibile ma anche condivisibile e utile.
La direzione generale, che ringrazio, ha presentato inoltre dati molto significativi sul rapporto ospedalizzazione, letalità da covid, diffusione del virus e vaccinazione- continua Tanti. – Ciò che emerge con chiarezza è che in un anno la mortalità da covid è scesa dal 56,3 per mille all’1,8 per mille e questo brusco calo è dovuto alla vaccinazione. Sempre i dati ci dicono che Arezzo, essendo una città ad alto tasso di vaccinazione è anche quella con meno morti, meno ricoveri e meno intasamento ospedaliero; tutti i ricoverati in terapia intensiva sono o no vax o persone che hanno sospeso il ciclo vaccinale; l’80% dei ricoverati nei reparti covid sono o no vax o non hanno completato il ciclo vaccinale. Non serve quindi una particolare forma di intelligenza umana per capire che il vaccino ad oggi è la soluzione, che grazie al vaccino la mortalità da covid è stata quasi stroncata e che per i vaccinati, nella stragrande maggioranza dei casi, il covid è un’influenza senza particolari implicazioni di gravità.
Ciò che invece non è più possibile tacere è che la non vaccinazione militante non si circoscrive nell’ambito delle sole scelte individuali, ma ha una ricaduta comunitaria evidente: chi volutamente non si vaccina, non solo mette a rischio la propria salute – il che potrebbe far parte delle libere opzioni di scelta – ma aumentando il rischio oggettivo e misurato per se stesso di essere ricoverato e addirittura di dovere utilizzare la terapia intensiva, di fatto sottrae risposta sanitaria a tutte le altre tipologie di patologia o di estremo bisogno sanitario, queste si, non volute.
Se qualcuno di noi dovesse avere un incidente stradale senza colpa, potrebbe trovare la carenza di risposta sanitaria per occupazione di posti letto in terapia intensiva per l’irrazionale volontà di non proteggersi dal covid da parte di altri. Verrebbe da parafrasare un famoso slogan di qualche anno fa: “chi non si vaccina mette a rischio anche te”. Ecco perché la sensibilizzazione robusta sulla vaccinazione è un dovere civico e istituzionale che ha a che fare con la diffusa risposta sanitaria, con il diritto di tutti ad avere cure veloci e con la responsabilità di ciascuno di non intasare e mettere in ginocchio i sistemi di salute con motivazioni infondate e che non trovano nessuno riscontro nei numeri e nei dati oggettivi. Le istituzioni hanno il dovere di raccontare questi fatti, di prendere posizione a viso aperto e di non grattare la pancia a chi oggi dietro il malcelato principio di libertà individuale mette a repentaglio i sistemi sanitari e la salute degli altri. Per il semplice fatto che hanno torto”, conclude il vicesindaco Tanti.